12/08/09

SI COMINCIA A FARE SUL SERIO

"Un tempo sognavo, e per me il mondo del sogno era più reale dell'esistenza che gli stupidi chiamano realtà, e più prezioso della mia stessa vita"
H.P.Lovecraft


Tralascio per un momento la moltitudine di schizzi, geroglifici onirici che prima o poi dovrò interpretare, per passare alla svolta. E' nel marzo 2003 che, memore dell'insegnamento di H.P.Lovecraft (di cui si parlerà spesso in questo blog), comincio ad allenarmi nella pratica della trascrizione vera e propria dei sogni. Quello che segue è un estratto di uno di questi sogni, datato 03/03/2003:
"Un istituto. Piani immensi uniti da un solo, enorme montacarichi. E' successo qualcosa: le dimensioni si sono aperte e ogni piano dell'edificio collega l'istituto a una realtà parallela, straordinaria e terrificante, a cui si può accedere solo tramite il montacarichi. Non c'è fuga, se non verso un mondo che non mi appartiene. Inoltre, quelli delle altre dimensioni possono benissimo visitare la nostra.
In una dimensione ho trovato un uomo, suo figlio e la
moglie-ragno; il loro mondo un cimitero desolato: io e gli altri (non ricordo più chi fosse con me, ormai) siamo fuggiti da un buco ostruito da cartacce, aprendoci un varco con un temperino, mentre i bifolchi mostruosi volevano mangiarci o peggio.
In uno dei piani non c'era nessuno, o niente di visibile alla vista umana.
Un
bambino-morto è venuto a implorare l'aiuto di quelli del mio piano. Non parlava, piangeva e basta. In seguito, prima di svegliarmi, mi sono affezionato al bambino-morto, l'ho tenuto con me e preso sulle spalle. Sospettavo che nella sua dimensione fossero tutti come lui."

DCF

Sopra, uno schizzo pessimo del bambino-morto. Qualche anno fa ho trovato però questo fantastico artista,Torvenius, che sembra averlo ricostruito pari pari a come io l'ho sognato - stupore...

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