
Il disegno sotto si riferisce a ciò che resta di una breve esperienza onirica che non è collegata all'apocalisse del porridge...
Purtroppo ho qualche problema con il blog, non sempre le immagini postate si possono visualizzare in un'altra finestra nella corretta dimensione leggibile, perciò per ovviare ho creato anche un file PDF scaricabile qui.
Quello che mi preoccupava di più, comunque, era il Virus: un bosco rosso, come un fungo, che forse io per primo avevo trovato e incautamente abbandonato nel verde. Difficile spiegare il senso di eccitazione e di terrore generati dalla consapevolezza che il bosco dilagava, propagandosi dalle sponde del fiume verso le città limitrofe, uccidendo e mutando le forme di vita. Non voglio scordare gli insetti folli, dai movimenti frenetici e scordinati, nè le immense cose scheletriche simili a mammiferi e vegetali fusi insieme. Ricordo un coniglio in una posa ridicola, su di lui si era prodotto un rigor-mortis parziale. Ogni tanto - clack- la testa, o una zampa - clack- si muovevano, rivelando una falsa vita meccanica.
Poi rammento solo una ragazza che mi mostra i suoi seni sodi e lisci, e il Maori (l'ex-fidanzato della donna di mio fratello, ricordate?) che mi sfida, forse come per vendicarsi dei torti subìti dalla mia famiglia. Convinsi allora il Maori e i suoi amici a incontrarci nel Bosco Infetto..."
Tralascio per un momento la moltitudine di schizzi, geroglifici onirici che prima o poi dovrò interpretare, per passare alla svolta. E' nel marzo 2003 che, memore dell'insegnamento di H.P.Lovecraft (di cui si parlerà spesso in questo blog), comincio ad allenarmi nella pratica della trascrizione vera e propria dei sogni. Quello che segue è un estratto di uno di questi sogni, datato 03/03/2003:
"Un istituto. Piani immensi uniti da un solo, enorme montacarichi. E' successo qualcosa: le dimensioni si sono aperte e ogni piano dell'edificio collega l'istituto a una realtà parallela, straordinaria e terrificante, a cui si può accedere solo tramite il montacarichi. Non c'è fuga, se non verso un mondo che non mi appartiene. Inoltre, quelli delle altre dimensioni possono benissimo visitare la nostra.
In una dimensione ho trovato un uomo, suo figlio e la moglie-ragno; il loro mondo un cimitero desolato: io e gli altri (non ricordo più chi fosse con me, ormai) siamo fuggiti da un buco ostruito da cartacce, aprendoci un varco con un temperino, mentre i bifolchi mostruosi volevano mangiarci o peggio.
In uno dei piani non c'era nessuno, o niente di visibile alla vista umana.
Un bambino-morto è venuto a implorare l'aiuto di quelli del mio piano. Non parlava, piangeva e basta. In seguito, prima di svegliarmi, mi sono affezionato al bambino-morto, l'ho tenuto con me e preso sulle spalle. Sospettavo che nella sua dimensione fossero tutti come lui."
DCF
Sopra, uno schizzo pessimo del bambino-morto. Qualche anno fa ho trovato però questo fantastico artista,Torvenius, che sembra averlo ricostruito pari pari a come io l'ho sognato - stupore...
Alcuni schizzi di sogni del 2003, più o meno quando ho cominciato le trascrizioni di quello che sognavo. Il risultato è ancora molto confuso, perchè disegnavo e basta quello che vedevo/vivevo nella fase REM, ma tralasciavo i dettagli della "storia". Ora, ovviamente, non ricordo niente di quelle esperienze oniriche.